mercoledì 5 novembre 2008

INTRODUZIONE

La guerra civile spagnola (1936 - 1939) o semplicemente guerra di Spagna segnò il drammatico ritorno della Spagna sulle scene europee dopo più di trent’anni di astensione. Il conflitto militare, venne scatenato dal precario equilibrio politico della Spagna dopo la proclamazione della seconda repubblica e la vittoria delle elezioni da parte delle sinistre (1936); in questo conflitto si opponevano il Fronte popolare (espressione della sinistra al governo), e le forze insurrezionali della destra, organizzate dai nazionalisti, e che si concluse con la vittoria di queste ultime, vittoria che non riportò la pace nel paese; l’apice della guerra si ebbe con l’entrata delle truppe del generale Francisco franco a Madrid (17 luglio). Questo conflitto, che coinvolse sui fronti opposti anche altri paesi, rappresenta l’anticipazione di quello che sarà il massacro della seconda guerra mondiale.

LA GUERRA CIVILE SPAGNOLA: cenni storici

Durante le elezioni politiche nel febbraio del '36 le forze di sinistra spagnole salgono al governo grazie al primo esperimento di fronte popolare (repubblicani moderati, socialisti, comunisti e cattolici baschi autonomisti). In estate però la situazione precipita: il 17 luglio le truppe di stanza nel Marocco insorgono ed il giorno dopo la rivolta si estende a tutto il paese. È l’inizio della guerra civile, con pesanti ripercussioni anche sul piano internazionale. Le forze governative, appoggiate da operai e contadini, stroncano la ribellione a Madrid, Barcellona e in molti centri industriali del nord e dell’est ma i ribelli riescono ad imporsi in Navarra, Galizia e Nuova Castiglia e ad occupare le principali città dell’Andalusia (Cadice, Cordoba e Siviglia).
Scoppia così una sanguinosa guerra civile che vede contrapposti il governo repubblicano, che può contare sulle forze di polizia e masse di volontari in genere provenienti dalle regioni industriali, e le forze nazionaliste (franchiste), che riuniscono quasi tutti i quadri delle forze armate (salvo l’aviazione) alle forze politiche nazionaliste, cattoliche e tradizionaliste.
Il regime fascista italiano e quello nazista tedesco intervengono prima in forma quasi clandestina appoggiando i militari ribelli che aderiscono al “pronunciamento” del generale Francisco Franco, poi nell’autunno in modo palese.
Mussolini ed Hitler – uniti dal Patto d’acciaio dell’ottobre 1936 – inviano notevoli rinforzi – uomini e armi, anche aerei – a sostegno di Franco. Il Portogallo fornì a Franco non meno di 20.000 volontari, garantendo la sicurezza delle frontiere con i territori occupati dai ribelli.
L’invio di aerei forniti da Hitler e Mussolini permette ai rivoltosi di trasferire sulla penisola l’esercito d’Africa, le loro truppe più efficienti, che iniziano ad avanzare verso Madrid.
In soccorso del fronte popolare si schierano il Messico e l'Urss, che invia armi e consiglieri militari e organizza le brigate internazionali. Esse sono composte da uomini di diversa nazionalità ed anche di differenti tendenze politiche: antifascisti, anarchici e comunisti.Guidate dal generale russo Emil Kléber, le brigate internazionali hanno un ruolo determinante nella difesa di Madrid, distinguendosi nella battaglia di Guadalajara nel marzo 1937 e nelle grandi offensive repubblicane su Belchite (agosto) e Teruel (dicembre 1937 - gennaio 1938) e sull'Ebro (luglio 1938).
Nel fronte antifascista però non mancano contrasti e divergenze interne, specie tra comunisti e anarchici, che ne indeboliscono l’azione. Inoltre, se la guerra civile spagnola segna una prima generale mobilitazione delle forze antifasciste in Europa, il patto di non aggressione tra Germania e Urss del 1939 ne determina una secca una battuta d’arresto, per ordine dello stesso Stalin ai comunisti europei; l’azione riprenderà con vigore solo con l’aggressione tedesca ai danni della stessa Unione Sovietica, e il delinearsi dell’alleanza antinazista che vede Stalin impegnato al fianco delle democrazie occidentali.
Nell'autunno del '38, su pressione delle democrazie occidentali impegnate nella politica di "non intervento", il governo repubblicano decide il ritiro dal fronte delle brigate internazionali, tenendo una parata di addio il 29 ottobre 1938 a Barcellona.
Non riuscendo ad avere ragione della resistenza dei madrileni, i nazionalisti attaccano ed occupano le province basche, le Asturie e l’Aragona dividendo la Catalogna dalla parte centrale. Per tentare di bloccare queste iniziative i lealisti effettuano delle operazioni diversive che culminano nelle battaglie di Brunete, Belchite, Teruel ed infine nel luglio del 1938 nell’offensiva dell’Ebro, dove i repubblicani riescono a penetrare in territorio nemico per circa quaranta chilometri, ma poi la superiorità di mezzi, soprattutto aerei ed artiglieria, degli insorti li costringe a ritornare alle basi di partenza.
Il 23 dicembre del '38, dopo avere riorganizzato i reparti e raggruppato notevoli quantitativi di scorte e mezzi, l'esercito nazionalista scatena, da sud verso nord, l'offensiva finale dell'Ebro per conquistare la Catalogna. L'avanzata, pur contrastata dalle residue forze repubblicane della regione, oramai prive di armamento pesante, scardina uno dopo l'altro tutti i centri difensivi avversari posti a difesa del grande fiume e, dopo un mese di violenti combattimenti, il 26 gennaio 1939, le prime avanguardie motorizzate e blindate franchiste e italiane entrano a Barcellona.
Tra la fine di gennaio e i primi di febbraio del '39 circa 200.000 soldati repubblicani (insieme ad altre decine di migliaia di donne e bambini) chiedono asilo in Francia dove vennero internati in grandi campi di concentramento. La guerra sta volgendo al termine e il 27 febbraio l'Inghilterra e la Francia optano per il riconoscimento ufficiale del governo del generale Francisco Franco. Il giorno seguente, il presidente repubblicano Azaña, che con un aereo si è rifugiato in Francia, da' le sue dimissioni da capo del governo.
A marzo i nazionalisti occupano Madrid e Valencia. La guerra civile è finita. Dopo tre anni di violenti combattimenti, nel 1939, il generale Franco riesce ad imporre la propria dittatura.

CRONOLOGIA ESSENZIALE


1936 feb.
Successo elettorale del Fronte Popolare che riunisce i partiti di sinistra. Presidente del consiglio è il repubblicano M. Azaña, che nel giugno viene eletto presidente della Repubblica.

1936 lug.
Assassinio del deputato monarchico Calvo Sotelo da parte della polizia.
Rivolta militare nel Marocco spagnolo capeggiato dal generale J. Sanjurio (capo designato dei rivoltosi, che muore però in un incidente aereo), E. Mola, G. Queipo de Llana e Francisco Franco.
Costituzione di una giunta militare a Burgos.

1936 ago.
Il presidente del consiglio francese Leon Blum propone un accordo di non intervento in Spagna, mentre i nazionalisti conquistano Badajoz.

1936 set.
Costituzione del nuovo governo repubblicano diretto dal socialista F. Largo Caballero.
Francisco Franco diviene capo unico della giunta militare.

1937 feb.
I nazionalisti conquistarono Malaga con l’aiuto del Corpo Truppe Volontarie inviato dal governo italiano, che nel marzo è sconfitto a Guadalajara dalle Brigate internazionali.

1937 apr.
Aerei della Legione Condor tedesca bombardano a tappeto la città basca Guernica.

1937 mag.
Scontri tra comunisti e anarchici a Barcellona; Largo Caballero è sostituito a capo del governo dal socialista di sinistra J. Negrìz.

1937 giu.
I nazionalisti conquistano Bilbao e occupano Asturie e Province Basche.

1937 ott.
I nazionalisti conquistano Gijon, completando l’occupazione della parte nordoccidentale della Spagna.

1938 nov.
Le Brigate Internazionali vengono ritirate dal fronte.

1939 gen.
I nazionalisti conquistano Barcellona.

1939 feb.
Il governo di Franco è riconosciuto dalla Francia e dalla Gran Bretagna.
Azaña, rifugiatosi a Parigi, rassegna le dimissioni.

1939 mar.
I nazionalisti entrano a Madrid ponendo fine alla guerra civile. Franco annuncia la fine della guerra. In totale i morti furono più di un milione.

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